La grande British Library da un po’ di tempo si propone di essere presente tra i primi risultati nei motori di ricerca. Ma non si tratta solo di SEO. La biblioteca nazionale del Regno Unito vanta una raccolta e catalogazione di testi e giornali iniziata in tempi relativamente recenti (1973). Ma ora la British Library avrebbe cominciato a produrre podcast, news, live streaming, esattamente come ormai tutti gli utenti e le organizzazioni attive su internet, impegnati nella ridefinizione dei nuovi media e quasi parte integrante di essi.

A capo del progetto che vuole portare la Biblioteca londinese fuori dai suoi limiti fisici ci sarebbe Graham MacFadyen, precendentemente attivo per testate come Guardian e Financial Times.

Gli obiettivi di MacFadyen includevano un progetto (ormai concluso e implementato) di ridefinizione del sito della British Library, una rivitalizzazione del “brand” e dello story telling aziendale, e un rinnovato CRM.

Un caso in cui le strategie che coniugavano British Library e SEO di MacFadyen hanno funzionato alla perfezione è stato per l’esposizione della Magna Carta, di cui nel 2015 cadeva l’anniversario. La programmazione è stata sul lungo periodo: quasi un anno prima dell’esibizione, è stato creato all’interno del sito della British Library uno spazio dedicato, raccogliendo un gran numero di visitatori che poi sarebbero diventati destinatari – e quindi visitatori reali – di una campagna promozionale.

E i numeri dei visitatori hanno dato ragione a MacFadyen. Che ha portato l’account Facebook della biblioteca a 250 mila like e l’account Twitter a quasi un milione e mezzo di follower. Un altro esempio delle sinergie sempre più efficaci che possono stabilirsi tra istituzioni culturali e museali “fisiche” e web, se si assecondano gli appetiti di internet, dei social network, del ranking e degli internauti.